CASE COMUNALI: IL NUOVO SISTEMA REGIONALE DI ASSEGNAZIONE PENALIZZA  COMUNI E CITTADINI – (02/2020)

Con questo numero iniziamo a proporre brevi riflessioni di natura politica su questioni di ampio interesse per la comunità, in ogni ambito (sociale, ambientale, sportivo, culturale), con attenzione anche a scelte operate a livello sovra comunale, che incidono fortemente sulla comunità locale. Incominciamo col “nuovo sistema regionale di assegnazione delle case di proprietà comunale e Aler”, illustrato nel dettaglio in un precedente numero di Lainate Notizie ma che per ricaduta sui cittadini e sulla capacità di risposta ai bisogni della comunità da parte del Comune comporta importanti risvolti.
Il sistema cambia radicalmente e, come era stato illustrato, nella sostanza introduce l’assegnazione di ogni immobile masso a bando non più a livello di singolo Comune ma a livello di ambito, due volte l’anno, in uno qualsiasi dei 9 Comuni del Rhodense. Un funzionamento tipo “Agenzia immobiliare” in cui si espongono le disponibilità e le persone in possesso di determinati requisiti presentano opzioni sull’immobile che può loro interessare. La candidatura deve essere presentata esclusivamente dal cittadino in possesso di determinate credenziali, solo online, con l’obbligo di pagamento di 16 Euro per ogni partecipazione (quindi almeno due volte l’anno). La mancata assegnazione della casa, che può avvenire in uno qualsiasi dei 9 Comuni, non fornisce la collocazione in una graduatoria di aventi diritto, che non c’è più, ma semplicemente comporta la decadenza della domanda e la necessità di riprovare al bando successivo, con le medesime modalità.
Pur comprendendo le ragioni della Regione nel voler giungere a un sistema regionale omogeneo e controllato delle assegnazioni del patrimonio pubblico, non è possibile non evidenziare quanto la modalità individuata per raggiungere l’obiettivo regionale di fatto penalizzi Comuni e cittadini. I Comuni, perché non assegnano più i propri immobili, ma mantengono gli obblighi e gli oneri manutentivi e le sole funzioni amministrative e di controllo delle domande. In tal modo si toglie ai Servizi sociali comunali un fondamentale strumento di risoluzione dei bisogni abitativi delle famiglie in carico ai servizi, di cui si conoscono necessità e condizioni. I cittadini, per la complessità del sistema e per l’obbligo reiterato dell’esborso economico. Riteniamo quindi che tale sistema sia lesivo delle prerogative delle amministrazioni locali e non aiuti, ma anzi comprometta la capacità di ogni Comune di sviluppare risposte che siano specifiche e adeguate alle esigenze della propria comunità, che ben conosce.

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