Con questo numero iniziamo a proporre brevi riflessioni di natura politica su questioni di ampio interesse per la comunità, in ogni ambito (sociale, ambientale, sportivo, culturale), con attenzione anche a scelte operate a livello sovra comunale, che incidono fortemente sulla comunità locale. Incominciamo col “nuovo sistema regionale di assegnazione delle case di proprietà comunale e Aler”, illustrato nel dettaglio in un precedente numero di Lainate Notizie ma che per ricaduta sui cittadini e sulla capacità di risposta ai bisogni della comunità da parte del Comune comporta importanti risvolti.
Il sistema cambia radicalmente e, come era stato illustrato, nella sostanza introduce l’assegnazione di ogni immobile masso a bando non più a livello di singolo Comune ma a livello di ambito, due volte l’anno, in uno qualsiasi dei 9 Comuni del Rhodense. Un funzionamento tipo “Agenzia immobiliare” in cui si espongono le disponibilità e le persone in possesso di determinati requisiti presentano opzioni sull’immobile che può loro interessare. La candidatura deve essere presentata esclusivamente dal cittadino in possesso di determinate credenziali, solo online, con l’obbligo di pagamento di 16 Euro per ogni partecipazione (quindi almeno due volte l’anno). La mancata assegnazione della casa, che può avvenire in uno qualsiasi dei 9 Comuni, non fornisce la collocazione in una graduatoria di aventi diritto, che non c’è più, ma semplicemente comporta la decadenza della domanda e la necessità di riprovare al bando successivo, con le medesime modalità.
Pur comprendendo le ragioni della Regione nel voler giungere a un sistema regionale omogeneo e controllato delle assegnazioni del patrimonio pubblico, non è possibile non evidenziare quanto la modalità individuata per raggiungere l’obiettivo regionale di fatto penalizzi Comuni e cittadini. I Comuni, perché non assegnano più i propri immobili, ma mantengono gli obblighi e gli oneri manutentivi e le sole funzioni amministrative e di controllo delle domande. In tal modo si toglie ai Servizi sociali comunali un fondamentale strumento di risoluzione dei bisogni abitativi delle famiglie in carico ai servizi, di cui si conoscono necessità e condizioni. I cittadini, per la complessità del sistema e per l’obbligo reiterato dell’esborso economico. Riteniamo quindi che tale sistema sia lesivo delle prerogative delle amministrazioni locali e non aiuti, ma anzi comprometta la capacità di ogni Comune di sviluppare risposte che siano specifiche e adeguate alle esigenze della propria comunità, che ben conosce.
Abbiamo una sola casa comune: la terra. Abbiamone cura, tutti (10/2019)
I giovani. Sono scesi in piazza in tutto il mondo, in Italia il 27 settembre in 180 piazze italiane, da Milano a Palermo, erano lì, in tanti a manifestare, nel nome di Greta, nel nome del loro futuro, del futuro dell’unica grande casa comune che abbiamo: la Terra. Non sono andati a scuola, è vero, non hanno fatto lezione, ma “ci hanno dato una lezione”. Hanno manifestato come sanno fare i giovani; con allegria, con speranza, con generosità, sincerità e anche ingenuità, con positività e con tante idee, piccole o grandi, realizzabili o no; l’importante è che con la loro presenza, i loro slogan, i loro cartelli colorati hanno richiamato tutti a una responsabilità a cui nessuno può sottrarsi: il dovere di salvare la Terra.
Abbiamo letto fiumi di parole e di commenti, alcuni entusiastici – più o meno sinceri, qualcuno di convenienza o di circostanza – e taluni acremente critici, a volte ottusamente critici, di quella ottusità che deriva dal non voler vedere, sapere, conoscere, perché ciò comporterebbe l’ammissione di errori, mancanze, interessi, o semplicemente porterebbe in luce l’egoismo di aver agito pensando a se stessi, all’oggi.
Una ragazza di 16 anni ha detto ad una giornalista “gli adulti non ci capiscono, ma non li colpevolizzo: difendono il loro presente, noi pensiamo al nostro domani”. È tutto qui. Siamo stati richiamati alla nostra responsabilità rispetto al domani, tutti coinvolti, nessuno escluso.
E allora, fuori di retorica, fuor di convenienza noi crediamo nella necessità di fare la nostra parte, direttamente, personalmente, uno ad uno. Parliamo di “cambiamento climatico”, e allora diciamo chiaramente che è possibile se siamo disposti a cambiare, noi, le nostre abitudini, a cambiare il nostro modo di nutrirci, di viaggiare, di lavorare, di consumare, di divertirci, di vestirci, insomma di vivere. Parliamo di “sostenibilità ambientale”: diciamocelo che la sostenibilità ambientale è anche “sostenibilità sociale”, cura, attenzione, rispetto e amore per la natura e per gli tutti gli esseri viventi; diciamocelo che uno sviluppo è sostenibile non quando, e se, è conveniente, ma quando sta dalla parte degli esseri umani, del bene degli uomini e delle donne di oggi e di domani. Noi crediamo che questo sia il nostro impegno anche qui, a Lainate, il senso delle piccole e grandi azioni che insieme alle tante persone volenterose, generose, realizziamo, con la convinzione che anche se è piccola cosa ciò che facciamo è comunque parte di un grande impegno comune: l’impegno per un futuro migliore.